Fatica vs ritmo: come sopravvivere alla corsa in estate

E’ ufficiale, siamo in estate, anche se non c’era bisogno di aspettare che comparisse sul calendario la fatidica data del 21 Giugno, per accorgersene. Siamo già stati investiti più volte da ondate di caldo africano, che hanno portato la colonnina di mercurio ben oltre i 35°. Se non si ha la fortuna di abitare in montagna od in aree marittime, questo calore misto all’umidità, danno origine alla situazione peggiore che un runner possa trovarsi ad affrontare durante gli allenamenti di corsa in estate.

Traspirazione e termoregolazione, sono le due parole d’ordine che occorre tener ben presente per la corsa in estate.

Traspirazione – È il fenomeno per cui si ha l’eliminazione del sudore attraverso la pelle, con l’obiettivo di abbassare la temperatura corporea attraverso l’evaporazione del sudore stesso. E’ quindi chiaro che tramite questo meccanismo il corpo cerca di mantenere una propria efficienza. Nella stagione estiva, dove la temperatura esterna si avvicina o addirittura supera, quella interna, è necessario lasciare più superficie possibile libera ed a contatto con l’aria. Da evitare assolutamente l’utilizzo di k-way, che non fanno altro che aumentare la sudorazione, provocando quindi la disidratazione senza perdita di massa grassa, ma solo acqua e preziosi sali minerali.

Termoregolazione – È il mantenimento da parte dell’organismo della temperatura corporea ideale, che si ottiene principalmente attraverso la vasodilatazione e la sudorazione. La prima è maggiormente accentuata nelle donne, mentre la seconda negli uomini. L’aumento della temperatura è generato dall’attività muscolare. All’aumento della temperatura però, parte del sangue viene dirottato ai vasi sanguigni periferici aumentando la vasodilatazione ed agevolando lo scambio di calore. Ad attivare tutto questo è l’ipotalamo anteriore tramite i neuroni sensibili al caldo.

overtraining

Questa spiegazione mi sembrava necessaria per introdurre il concetto della fatica vs ritmo che si accentua particolarmente nella stagione estiva. Molti di voi avranno avuto quella sensazione di estrema fatica e sfinimento, per poi rimanere esterrefatti guardando il cronometro e scoprendo di essere andati più lenti di qualche giorno prima. Il motivo è quello descritto sopra, avete meno sangue a disposizione e quindi anche meno ossigeno, per un discorso di interscambio tra sangue e polmoni che non è sufficiente in queste situazioni in quanto estremamente velocizzato, ma sul quale non ci soffermeremo.

In queste situazioni di caldo estremo e di umidità che caratterizzano la corsa in estate, che rallenta l’evaporazione del sudore a causa dell’aria già satura di acqua, sarebbe opportuno utilizzare un cardiofrequenzimetro oppure regolarsi empiricamente attraverso il ritmo della respirazione, evitando di affannarsi troppo.

Inutile voler a tutti i costi raggiungere il ritmo stabilito, andremo solo ad ottenere un effetto affaticante e non allenante, in quanto muscolarmente si genera uno stress eccessivo. Non è il tempo al km che conta in queste situazioni, ma il grado di fatica col quale state svolgendo il lavoro previsto.

In questi casi occorre rallentare, è il vostro corpo che ve lo chiede e dovete imparare ad ascoltarlo.

(fonte Running Italia)

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