Può capitare anche al runner più incallito, di trovarsi di fronte ad una giornata particolarmente calda e afosa che metta a dura prova la voglia di farsi una corsetta. Il solo pensiero fa scendere le prime gocce di sudore ed è facile percepire la sensazione di disagio già al solo calzare delle scarpe. In questi casi, ma non solo, è possibile individuare nella bicicletta il nostro mezzo alternativo di allenamento. Altra motivazione per cui un runner dovrebbe optare per il ciclismo, se consigliato dallo specialista, è in caso di recupero da infortunio o riabilitazione dopo un intervento di ricostruzione.
La bicicletta non è aerobicamente impegnativa come la corsa, ragion per cui se si vuole fare una seduta particolarmente allenante, occorre mantenere delle intensità elevate e prevedere una durata doppia in termini di tempo.
Durante un’uscita con rapporto agile, si ottiene un impegno aerobico tra la corsa e la bicicletta di 1 a 3 (riprendendo quanto già specificato da Salvatore Pisana in un precedente articolo sull’alternanza tra corsa e ciclismo), tuttavia ho notato che è sufficiente variare i rapporti od il percorso con salite anche impegnative per ridurre questo gap, avvicinandolo ad un rapporto di quasi 1 a 2.
Utilizzando il cardiofrequenzimetro basta trovare la giusta resistenza/frequenza per portare le pulsazioni tra i 135 ed i 145 bpm, andando quindi a simulare una seduta di fondo lento con un buon impegno aerobico. Volendo si può aumentare anche il rapporto da spingere, ma occorre fare attenzione perché l’impegno muscolare è molto differente tra la bicicletta e la corsa e si rischia di trovarsi molto presto con le gambe svuotate e senza forza.
Questo è un altro motivo per cui utilizzare la bicicletta può essere utile per noi runner. Come ben sappiamo la corsa logora le articolazioni ed utilizza senza risparmio le fibre muscolari. Tali fibre debbono essere rigenerate ed oltre ai classici esercizi per il potenziamento è possibile andare a stimolarle anche tramite la bicicletta.
Capisco che molti di voi possano avere perplessità in relazione alla differenza tra il movimento eccentrico della bicicletta e quello della corsa, ma vi assicuro che la parte del quadricipite viene positivamente sollecitata. E’ possibile rendersi conto di questo il giorno seguente ad un’uscita in bicicletta particolarmente impegnativa; mentre aerobicamente non risentirete dello sforzo sostenuto, a livello muscolare la percezione sarà sicuramente differente, provare per credere!
Le indicazioni in merito al ciclismo valgono sia per la bicicletta da strada che la mountain bike. Nel caso in cui si utilizzi la seconda, la resistenza offerta dal battistrada più largo e gli eventuali percorsi sterrati aiuteranno da subito a mantenere un impegno aerobico maggiore a parità di pendenza.
Nel caso in cui si utilizzi la bicicletta durante la fase riabilitativa, secondo le indicazioni mediche ricevute, sarebbe bene aumentare progressivamente e non in modo repentino, i rapporti e le eventuali salite, sviluppando così un adattamento aerobico e muscolare.
Quando le giornate si fanno calde ed afose la bicicletta può venire in aiuto al runner che non vuole perdersi nemmeno una seduta di allenamento, cogliendo l’occasione per scoprire panorami nuovi, spingendosi dove con la corsa non si era riusciti ad arrivare.
(fonte:Runningitalia)