5 Maggio – “Non tutte le ciambelle riescono con il buco”, ma non spariamo troppo sul maestro fornaio. perché ne sforna tante e ci mette tanta passione…
La ciambella è l’11^ edizione della ViviBarletta, il fornaio è il buon Vincenzo Cascella, presidente della Barletta Sportiva, che con i suoi tanti soci dà vita ad un’intensa attività sportiva nella città di Pietro Mennea; e anche quando non tutto riesce alla perfezione, si “deve” assolverlo.
Barletta ci ha accolto con una giornata soleggiata, un fastidioso vento soprattutto nel finale di gara, con il ritrovo fissato in Piazza Castello. Pregevole l’iniziativa di creare una vicina area parcheggio per lasciare e ritrovare l’auto con comodità, anche se tanti sono gli spazi a disposizione degli atleti, compreso il parcheggio del noto ipermercato.
Come da tradizione, nella sala all’aperto del vicinissimo bar avviene il disbrigo delle pratiche di iscrizione, con accurata suddivisione delle società per province per non creare intasamenti; poco distante, presso un apposito furgone, si ritirano i premi i partecipazione: la tassa d’iscrizione è pari a 8 euro, trattandosi di gara nazionale.
A disposizione degli atleti una serie di bagni chimici, da usufruire unitamente ai partecipanti alla Maratona delle Cattedrali, evento che partirà mezzora prima della Vivibarletta, sempre dal retro Cattedrale, per poi dirigersi verso gli altri Comuni fino a giungere a Giovinazzo.
Assente Paolo Liuzzi, per impegni personali, la presentazione della manifestazione è affidata al volitivo Savino Barbaro, coadiuvato dalla continua ironia di un dj da una radio locale: rimpiazzare Liuzzi non è compito facile per nessuno e i partecipanti manifesteranno a più riprese di avvertirne la mancanza.
Valevole come 5^ tappa del Corripuglia, il Campionato regionale a tappe di corsa su strada, la Vivibarletta registra l’iscrizione di 1172 atleti Fidal, ai quali si sommano alcune centinaia di cosiddetti liberi, per giungere a circa 1500 partecipanti totali (troppe le concomitanze a cominciare dalla suddetta Maratona e Mezza… in casa alla stracittadina di Brindisi, dai due trail importanti alle gare di contorno ai Cds allievi in pista a Molfetta).
Sempre spettacolare l’abilità degli sbandieratori in abito medioevale che muovono i drappi al ritmo dettato dai tamburi, il cui suono riecheggia in piazza.
Partita in ordine e senza problemi la Maratona (circa 400 i partecipanti), si allestisce la zona start per la 10km, con l’area pole riservata ai possessori di speciale bollino consegnato agli atleti preventivamente selezionati dalla Commissione Master in base ai tempi di percorrenza sulla distanza, onde favorire un deflusso senza incidenti. Reti alti metalliche impediscono l’ingresso laterale ai furbetti, positivo anche il filtro per permettere l’accesso in testa solo ai selezionati; gli altri atleti possono accedere solo posteriormente, con una fila di transenne a bloccarli alcuni metri prima della linea di via.
Tutto procede ottimamente, ma l’improvvisa decisione di alcuni addetti di togliere le transenne che delimitavano gli atleti, porta all’invasione di tutta la zona iniziale e ad oltrepassare la linea di via, con l’impossibilità di selezionare gli atleti di prima fascia e, soprattutto, di poterli riportare dietro il punto esatto di via.
Si cerca di spingerli dietro con un cordone umano formato dai soci organizzatori, ma è oramai inutile e la partenza avverrà in questa maniera, tra le lamentele generali.
Prima del via, ecco il minuto di raccoglimento a ricordare Antonio Ferrante, nobiluomo e atleta della Pedone Riccardi Bisceglie, deceduto in settimana, vittima in un incidente automobilistico.
Alla presenza del presidente della Fidal Puglia, Giacomo Leone, al terzo sparo, ecco gli atleti scattare rapidamente ed occupare la sede stradale; tra i veloci, tanti furbetti, favoriti dal caos iniziale, che si ostinano a partire in testa ma faranno fatica ad arrivare al traguardo!
Il percorso, sostanzialmente piatto e veloce, con numerose pozzanghere da evitare a causa dell’abbondante pioggia della serata del sabato, ha riguardato inizialmente la litoranea di Levante, con giro di boa all’ANMI, e successivamente quella di Ponente, per giungere ed attraversare il caratteristico fossato del Castello, per proseguire finalmente verso il traguardo, sul tappeto rosso, osservando frontalmente il Castello.
Tracciato chiuso al traffico veicolare, con ristoro a metà distanza, definito da alcuni atleti un po’ monotono, ma soprattutto – nella seconda parte – tormentato dal vento che ha creato problemi anche di gestione, con le transenne delimitative più volte cadute. Percorso che i gps hanno rilevato lungo circa 10400 metri.
Leggendo alla vigilia i nomi degli atleti iscritti due erano i naturali favoriti in campo maschile e femminile: la barlettana Veronica Inglese, che finalmente ci auguriamo possa aver superato i maledetti problemi fisici che finora le hanno sottratto l’ulteriore e naturale balzo di qualità, reduce dal ritorno agonistico della domenica prima alla Appia Run di Roma; l’andriese Pasquale Selvarolo, reduce dal PB sui 10000 a Milano, già mentalmente al Campionato Italiano Individuale Assoluto 10 km su pista di Monselice, il prossimo 18 maggio, per ottenere il minimo per i Campionati Europei.
E, in effetti, il ventenne Selvarolo (Atletica Casone Noceto) stravince la gara maschile in 32:46, dominando in solitaria; brillante prestazione di Giuliano Gaeta (Montedoro Noci), apparso più sereno mentalmente tanto da correre meglio, secondo in 34:25, con il caro Vincenzino Grieco (Atletica Castello Firenze), forse non al meglio o con il freno un po’ tirato, terzo in 34:48.
Bravissimo, Silvio Furio (Daunia Runnng San Severo) è quarto in 35:46, stesso tempo del ritrovato Denis Greco (Atl. Assi Trani), quinto; segue Luigi Catalano (Amatori Atletica Acquaviva), il più giovane del lotto, sesto in 35:52, Continua la scalata alle prime posizioni e Antonio Di Giulio (Atletica Pro cCanosa) è settimo in 35:58, davanti al positivo Antonio Tamborra (Free Runners Molfetta), ottavo in 36:19, e al grintoso Antonio Di Nunno (Atletica Pro Canosa), nono in 36:44. Immancabile, ecco Giuseppe Mele (Dynamyk Palo Del Colle), il più “vecchio” nell top ten, decimo in 37:08.
Ancor più netto il domino della 28enne Veronica Inglese (CS Esercito Roma), che chiude 17^ assoluta in 37:49, pur non dando l’impressione di spingere a tutta, forse ancora rallentata mentalmente dalle tante sofferenze passate. Secondo posto per Daniela Tropiano (Atletica Monopoli), che non si tira mai indietro, e va a concludere in 40:37, a sua volta in netto vantaggio su Francesca De Sanctis (Atletica Casone Noceto), sicuramente meno in spinta per qualche problemino, terza in 42:16.
Quarta, altra barlettana doc, l’ottima Raffella Filannino (Disfida di Barletta), in 42:16, sulla leggiadra Francesca Riti (Montedoro Noci), quinta in 42:16, e sulla caparbia Milena Casaluce (Nuova Atletica Bitonto), sesta in 42:48. La brava Ornella Donghia (Nadir on the road Putignano) è settima in 43:21, davanti alla costante Mara Lavarra (Amatori Putignano), ottava in 43:28, alla combattiva Maddalena Carella (La Fenice Casamassima), nona in 43:46, e alla capace Rosa Di Tacchio (Maratoneti Andriesi), decima in 43:47.
1106 i finisher, con arrivi chiusi dai più applauditi, Antonella Stani (Ikkos Atleti Taranto) in 1:36:23 (al femminile), e Vincenzo Mirizzi (Atletica Bitritto), 86 anni, in 1:42:55 (al maschile).
Gelati a iosa e una bustina contenente bottiglia di acqua, tarallini e un’arancia costituiscono il ristoro finale (nel finale i gelati saranno offerti più volte a tutti presenti).
Da migliorare decisamente la gestione della zona arrivo, dove dovrà essere necessariamente impedito l’accesso ai non addetti ai lavori, e con i liberi che dovranno essere incanalati in un’uscita loro riservata con netto anticipo rispetto al traguardo dei competitivi, evitando le antipatiche sovrapposizioni e improvvisi cambi di direzione di questi spauriti ed inesperti partecipanti bloccati all’ultimo istante.
Classifiche presto pronte, con cerimonia di premiazione che comincia con i sei protagonisti che compongono i due podi assoluti, pronti a ritirare il trofeo e vari premi in natura.
A seguire è il turno dei primi cinque di ciascuna categoria, sia maschili che femminili: al primo in più la targa, a tutti un cartone che contiene una maglia a maniche lunghe della mezza di febbraio ma di misura decisamente grande, una bandana, due bottiglie di integratore, due brik di succo di frutta e quattro confezioni di gnocchi (che genera lamentele di chi “non gradisce premi riciclati e inutilizzabili come la maglia di una precedente manifestazione e per giunta troppo grande”…).
A seguire la premiazione della gara (nella gara) riservata agli Avvocati, con speciale graduatoria loro riservata: non avendo l’elenco completo, cito a memoria solo il primo, Antonio Saracino della Bitonto Sportiva.
Ultimo atto ufficiale, la premiazione delle prime cinque società per numero di arrivati complessivi: è prima la Barletta Sportiva (87 finisher), che… sportivamente si fa da parte. Così vince l’Atletica Tommaso Assi Trani con 69 arrivati su Bitonto Sportiva (57), Atletica Pro Canosa (50), Montedoro Noci (48), Nadir on the road Putignano (47).
La foto di gruppo degli organizzatori, le parole di ringraziamento di Cascella a tutti i collaboratori e anche l’undicesima edizione è finita.
Evidenziati i “mancati buchi della ciambella”, non posso che – conoscendo le capacità e la voglia di fare della Barletta Sportiva – aspettarmi il pronto riscatto sin dalla prossima edizione; l’organizzazione è rodata, basterà porre un po’ più di attenzione e, magari, lavorare meglio in team, per tornare alla positiva tradizione che da sempre caratterizza le gare di Barletta.
(fonte podisti.net)